L’etichettatura dei rifiuti è fondamentale ai fini della sicurezza in fase di trasporto, stoccaggio e trattamento; l’assenza di etichettatura o l’errore di classificazione comportano sanzioni
Affinché trasporto e stoccaggio dei rifiuti avvenga in maniera corretta è necessario che vengano applicate le apposite etichette, non solo sui rifiuti, ma anche sugli automezzi adibiti al loro trasporto. Per una corretta gestione dei rifiuti è necessario che le etichette vengano apposte sia sui rifiuti pericolosi sia sui rifiuti non pericolosi.
Prima di procedere all’etichettatura dei rifiuti sono necessarie alcune operazioni preliminari. Innanzitutto è fondamentale classificare e caratterizzare il rifiuto (onere che spetta al produttore). Questa operazione deve avvenire nel momento in cui il rifiuto viene prodotto. Una volta individuata la tipologia di rifiuto si procede assegnando il codice CER corrispondente.
Naturalmente prima di apporre le etichette è necessario procedere con il confezionamento. I rifiuti infatti vanno confezionati in appositi contenitori omologati secondo normativa. Ciò è necessario al fine di poter trasportare i rifiuti in totale sicurezza.
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Una volta confezionati i rifiuti si procede all’etichettatura. Vediamola in dettaglio nel paragrafo seguente.
Etichettatura
Come già accennato, l’etichettatura dei rifiuti e dei mezzi di trasporto è obbligatoria al fine di garantire la sicurezza nel trasporto, nello stoccaggio, nonché nel trattamento. È fondamentale in quanto permette a chi opera il trasporto di valutare nell’immediato i potenziali rischi derivanti dai rifiuti stessi.
Come etichettare i rifiuti
Si parta dal presupposto che tutte le tipologie di rifiuto necessitano di etichettatura, sia che si parli di rifiuti pericolosi sia che si parli di rifiuti non pericolosi.
In ogni caso sul confezionamento andranno apposte di default due etichette:
- etichetta con lettera R nera su sfondo giallo (15×15 cm);
- etichetta bianca con altre indicazioni (codice CER, nome e indirizzo del produttore, nome del rifiuto e la sua descrizione).
Sui contenitori con rifiuti pericolosi, oltre alle due etichette sopracitate, andrà inserita la descrizione della pericolosità e relativo pittogramma.
Qui di seguito un elenco dei pittogrammi relativi alle differenti classi di pericolosità.
Esplosivo – Classe HP1
Comburente – Classe HP2
Infiammabile – Classe HP3
Corrosivo, irritante cutaneo e oculare – Classe HP4
Tossico per organi bersaglio, cancerogeno, tossico per la riproduzione e mutageno – Rispettivamente Classi HP5, HP7, HP10 e HP11
Tossicità acuta – Classe HP6
Irritante, tossico, sensibilizzante ed ecotossico – Rispettivamente Classi HP4, HP5, HP6, HP13 e HP14
Ecotossico – HP14
Gas compressi
Come si evince dalle didascalie i pittogrammi fanno riferimento a una o più classi di pericolo.
Per approfondire l’argomento leggi anche: Classi di pericolosità rifiuti | Elenco completo delle sigle HP
Importante:
Le etichette devono essere ben visibili al fine di garantirne una rapida individuazione.
Le etichette devono essere in grado di resistere agli agenti atmosferici e non devono subire alterazioni.
Etichette ADR
Con il termine “etichette ADR” si fa riferimento a quelle etichette apponibili sui colli e sui mezzi di trasporto rifiuti.
Come vedremo qui di seguito le etichette ADR si differenziano dalle precedenti per diverse caratteristiche che vanno dalle dimensioni, alla simbologia, sino alla colorazione.
Per esempio l’etichetta con lettera R nera su sfondo giallo da apporre agli automezzi ha dimensioni superiori rispetto a quella applicata ai rifiuti.
In base al tipo di pericolosità del rifiuto, sui colli e sugli automezzi vengono applicate le etichette corrispondenti. Di seguito alcuni esempi:
Corrispondente a rifiuti classificati come HP1
Corrispondente a rifiuti classificati come HP2
Corrispondente a rifiuti classificati come HP3
Corrispondente a rifiuti classificati come HP4
Sanzioni
Un’etichettatura errata potrebbe portare alla consegna dei rifiuti a un trasportatore e a uno smaltitore non autorizzati. In questo caso si configurerebbe il reato di gestione illecita di rifiuti, punito con una sanzione amministrativa che va dai 1.550 ai 26.000 € e con l’arresto fino a due anni.
Anche la mancata etichettatura di un rifiuto pericoloso si configura come reato. A tal proposito si è espressa la Corte di Cassazione con la Sentenza n. 7874 del 4 marzo 2022.
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Articolo redatto da Paolo Alpa