L’olio motore esausto è un rifiuto speciale molto inquinante. Uno smaltimento scorretto, come ad esempio nel terreno o negli scarichi, può causare gravi danni all’ambiente
La normativa che disciplina la gestione dell’olio motore usato è il decreto legislativo del 27 gennaio 1992 n.95, denominato “Norme relative alle eliminazione degli oli usati“. Il decreto identifica come olio usato “qualsiasi olio industriale o lubrificante, a base minerale sintetica, divenuto improprio all’uso cui era inizialmente destinato, in particolare gli oli usati dei motori a combustione e dei sistemi di trasmissione, nonché gli oli minerali per macchinari, turbine o comandi idraulici e quelli contenuti nei filtri usati.“
La questione del recupero e dello smaltimento dell’olio esausto dei motori riguarda in primo luogo le autofficine. In questo caso i responsabili, una volta effettuato il cambio dell’olio motore, raccolgono il liquido in appositi contenitori per la raccolta dell’olio esausto.
Ovviamente regole simili valgono per le industrie riguardo la raccolta degli oli lubrificanti dei macchinari industriali, ma ne parleremo in altra sede.
Il problema della raccolta dell’olio minerale per motori si pone anche per i privati. Per esempio per coloro che decidono di effettuare il cambio dell’olio fai da te, o ancora per i possessori di imbarcazioni.
Stoccaggio
I soggetti che detengono olio motore esausto in una quantità superiore ai 300 litri sono tenuti per obbligo di legge a:
- stoccare l’olio usato in maniera idonea ed evitare qualunque tipo di commistione tra emulsioni e oli. Lo stoccaggio deve essere idoneo a evitare dispersioni nel terreno e impedire il percolamento in fogne e condutture;
- non miscelare gli oli minerali usati;
- trasferire gli oli usati detenuti al Consorzio Nazionale per la gestione, la raccolta e il trattamento degli oli usati. Questo trasferimento può avvenire direttamente o attraverso imprese autorizzate alla raccolta.
Inoltre la normativa disciplina il deposito temporaneo degli oli usati seguendo quelle che sono le regole sul deposito temporaneo dei rifiuti pericolosi, di cui all’articolo 183 del decreto legislativo 152/2006.
Serbatoi di stoccaggio
La normativa prevede che per effettuare una corretta gestione degli oli usati sia necessario utilizzare serbatoi di stoccaggio con requisiti tecnici precisi. Tali contenitori devono avere: coperchio ermetico, boccaporto ermetico, indicatore del livello, scolafiltri asportabile e contenitore in polietilene.
I serbatoi di stoccaggio devono essere posti fuori terra e su un pavimento impermeabilizzato dotato di un bacino di contenimento con una capacità pari all’intero volume del serbatoio. Laddove il bacino ospiti più serbatoi la sua capacità dovrà essere pari a quella del più grande di questi.
Sugli imballaggi dev’essere apposta regolare etichetta.
Smaltimento olio esausto
Come già accennato chi è tenuto allo stoccaggio di grandi quantità d’olio motore è obbligato a conferirlo al Consorzio Nazionale per la gestione, la raccolta e il trattamento degli oli minerali usati (CONOU). L’olio motore viene così raccolto e smaltito presso appositi centri di raccolta.
Accanto ai centri di raccolta troviamo le isole ecologiche comunali dove il privato può conferire il proprio olio minerale usato. Per i possessori di imbarcazioni invece esistono appositi centri di raccolta in prossimità delle banchine di attracco e nei porti.
Recupero olio motore esausto
L’olio esausto accumulato presso i centri di raccolta non viene semplicemente stoccato in sicurezza, ma è sottoposto a trattamenti finalizzati al suo recupero. Vediamoli nel dettaglio.
Rigenerazione
Questo trattamento permette di trasformare l’olio minerale esausto in una base lubrificante con le medesime caratteristiche delle basi lubrificanti ottenute da materia prima vergine (petrolio). Questa lavorazione, detta appunto rigenerazione, garantisce le medesime prestazioni delle basi lubrificanti prodotte con il petrolio.
Termodistruzione
Per quegli oli minerali che contengono sostanze altamente inquinanti, le quali sono troppo costose o impossibili da separare, avviene la cosiddetta termodistruzione. Questo particolare procedimento avviene in impianti specializzati e controllati, sia a livello di efficienza sia a livello di emissioni.
Nella maggior parte dei casi la termodistruzione dell’olio è finalizzata al recupero energetico sotto forma termica o produzione di corrente.
Utilizzo come combustibile
Esistono infine oli usati che non possono essere riciclati. Questi vengono inviati a impianti autorizzati (ad esempio i cementifici) i quali li utilizzano come combustibile. Le alte temperature di lavorazione neutralizzano la parte inquinante.
Per informazioni e approfondimenti clicca qui!
Articolo redatto da Paolo Alpa